In uno
dei miei viaggi sulle onde della rete, seguendo il vento alla ricerca
di sintonia con la mia nuova realtà sono approdata ad un arcipelago
estremamente interessante. Il suo nome è Downshifting, che tradotto
significa “Scala la marcia”.
Negli
ultimi tre anni la mia vita è stata caratterizzata da eventi che mi
hanno costretta a modificare radicalmente quasi tutto.
E
guardate un po': ho scoperto di essere in pieno Downshifting.
Leggendo
i post dei vari blog amici (chissà se mi concederanno questo
termine, lo spero perché io già li sento così )che trattano
l'argomento, il loro sentire in merito, le difficoltà nel mettere in
atto questo cambiamento, mi ha particolarmente colpito il post dal
titolo “il Minimalismo è roba da ricchi?” che potete trovare
qui.
http://www.landroideminimalista.com/2011/03/il-minimalismo-e-roba-da-ricchi.html.
Cercando
di capire il concetto che contraddistingue questa, che chiamerei,
corrente di pensiero, mi sono fatta la stessa domanda.
Ora
non ho potuto fare a meno di considerare quale possa essere la
differenza fra coloro che scelgono di fare downshifting e chi suo
malgrado ci si ritrova, avendolo magari pensato, ma non certo scelto.
Questa
“filosofia” sembra basarsi sul rinunciare al superfluo. Ebbene
come giustamente dice Elisa :
“Per
eliminare, devi prima avere.
Sarà forse scontato, ma per decidere di eliminare prima devi possedere. Chi si trova a dover affrontare spesso il desiderio di comprare qualcosa e doverlo frenare perchè non ne ha la possibilità, non si sognerà mai di scegliere il minimalismo. Magari vivrà con poco, ma lo farà desiderando di avere di più.
Chi non è certo di poter comprare ciò di cui avrà bisogno in futuro, ci pensa due volte prima di liberarsi di qualcosa... non si sa mai!”
Sarà forse scontato, ma per decidere di eliminare prima devi possedere. Chi si trova a dover affrontare spesso il desiderio di comprare qualcosa e doverlo frenare perchè non ne ha la possibilità, non si sognerà mai di scegliere il minimalismo. Magari vivrà con poco, ma lo farà desiderando di avere di più.
Chi non è certo di poter comprare ciò di cui avrà bisogno in futuro, ci pensa due volte prima di liberarsi di qualcosa... non si sa mai!”
Nella
mia esperienza, posso dire che fino a quando ho vissuto una
condizione di relativo benessere economico e professionale, non ho
passato giorno in cui non mi sia posta la seguente domanda : “perchè
sento comunque questo vuoto dentro di me? Eppure ho tutto ciò di cui
ho bisogno e molto di più....eppure...”
I
ritmi erano insostenibili a volte e la sensazione di correre spesso
senza una reale direzione ( soprattutto non la mia )ad una velocità
che definirei “sopra le righe”, mi conduceva a percepire la
pressione come qualcosa da cui voler solo scappare, ma a cui
contemporaneamente sembrava impossibile potersi sottrarre.
Allora
mi chiedevo come avrei potuto trasformare quella corsa verso un
potenziale autostruggimento, come avrei potuto recuperare il mio
tempo, la mia vita, la mia gioia di vivere che si era persa chissà
dove, travestita da pseudo gratificazioni ovviamente fittizie date
dal raggiungimento di obiettivi non miei.
Poi
improvvisamente ( metaforicamente parlando ) tutto è crollato.
Niente più lavoro, niente più progetti, niente più soldi, banche
assetate di sangue, sudori freddi, impossibilità a provvedere al
minimo indispensabile.
In un
primo momento il colpo è stato davvero duro.
Ho
trovato un lavoro attraverso un amico con orari impossibili e qualche
soddisfazione, che però è finito dopo sei mesi e all'improvviso il
vuoto.
Fortunatamente
era l'inizio dell'estate e vivendo nella mia città di mare, sapendo
vedere il bicchiere mezzo pieno, potevo sfruttare l'effetto stagione
estiva per risolvere il problema lavorativo. Eppure ho sentito il
bisogno di fermarmi. Questa volta sul serio. Per un po' almeno. Un
mese, mi dissi, per capire quale fosse la vera direzione, la Mia
direzione.
I mesi
sono diventati 3, poi 4 , per finire all'autunno in cui ho dovuto smettere di pensare a direzioni e meditazioni varie per necessità immediate e ho trovato un
lavoretto part time il mattino nel settore immobiliare che ovviamente
non basta neanche per pagare l'affitto della mia “cuccia” ( che
peraltro sto cercando di mantenere per una questione di mia
sopravvivenza emotiva soprattutto). Ho continuato a cercare situazioni lavorative che mi permettessero una maggiore serenità economica, ma sembra che tutto remi contro da lungo tempo...chissà perchè ! :-) :-) :-)
Sono
due anni quasi che la situazione non mi permette di fare shopping nel
senso tradizionale del termine ( non passeggio quasi mai ove ci sono
vetrine, sarebbe una inutile sofferenza ), che non esco per andare a
concerti o eventi culturali che mi richiedano uno sforzo economico (
non ho nessun margine per poterlo neanche pensare e questa è forse
la cosa che mi fa soffrire di più), ogni volta che si rompe qualcosa
( in casa, l'automobile, un elettrodomestico per esempio) è una
piccola tragedia, dato che ricomprare non è possibile, tanto quanto
spesso è difficile provvedere anche solo alla semplice riparazione. Niente
più possibilità di dedicarsi alle cure della propria persona ( o
almeno a quelle che richiedono un pagamento).
Insomma
: possiamo definire tutto questo downshifting?
Ora ho
sicuramente più tempo per me, per scrivere, per pensare, per
riordinare ( cosa che peraltro adoro fare ), per osservare come la
maggior parte di ciò che prima sembrava, non direi indispensabile,
ma piacevolissimevolmente utile, si sia potuto rivelare nella maggior
parte dei casi perfettamente inutile o evitabile, di certo non
fondamentale. Quindi diciamo che nell'insieme tutta questa mia
situazione, che esiste nella mia vita, non per mia “scelta”, ma
per eventi esterni, mi abbia donato nell'insieme sia il suo lato
negativo (il vivere l'alienazione di non poter provvedere alla minima
personale sussistenza) e quello positivo ( imparare ad apprezzare la
sostanza delle cose, modificando di conseguenza le mie priorità e la
mia capacità di godere della semplicità della sostanza stessa).
Ma
Downshifting, Scalare la cosiddetta Marcia vale anche quando la
marcia viene scalata a forza?
Devo
rifletterci ancora....qualcosa ancora non mi è chiaro.
Lo
farò mentre penso a come riuscire a pagare l'assicurazione della
macchina che mi scade a giorni. :-) :-) :-)
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