lunedì 14 marzo 2011

LIBERARSI DAI PESI



Quante cose conserviamo inutilmente?
Quanti pesi trasciniamo durante la nostra vita per accorgerci poi della loro totale inutilità?
Ci sono momenti della vita in cui quei pesi diventano insopportabili...cominci a provare il forte desiderio di eliminare tutto ciò che non è più necessario...tutto ciò che non TI serve più.
Qualcuno la chiama "POTATURA" , qualcuno "REPULISTI". Qualsiasi sia il nome che destiniamo a questo nuovo Bisogno è un grande Evento.

Si può cominciare dall'armadio: lo apriamo e all'improvviso scopriamo che esistono capi che non indossiamo da almeno 5 anni, che continuiamo ad ogni cambio di stagione a spostare dalla zona dell'armadio in cui custodiamo l'invernale alla zona in cui custodiamo l'estivo. E così ad ogni cambio li tiriamo fuori, li stiriamo e li appendiamo dicendoci "quest'anno li indosserò"....eppure sappiamo che questo non accadrà.
E allora perché non ci liberiamo di ciò che non utilizziamo più?
Oppure possiamo cominciare da quel cassetto della scrivania in cui continuiamo da anni a gettare random tutto ciò che recuperiamo dai cambi borsa( per noi donne pratica quasi quotidiana), dallo svuotamento delle tasche dei nostri capispalla, accendini finiti, scontrini di ogni genere, ricevute delle carte di credito, estratti conti ( ma perché non faccio quella benedetta richiesta dell'estratto on line che magari salvo anche qualche albero?) bollette pagate, liste della spesa, bottoni, elastici, monili rotti, rotoli di scotch, appunti vari, volantini di tre pizza express ( ma perché non conservo solo quello della pizza che riesco a digerire in meno di 48 ore? O meglio ancora perché non comincio a farmela in casa?)....e scopriamo che più di due terzi del contenuto di quello straripante cassetto è simile al contenuto del cestino che tieniamo esattamente 30 centimetri più in basso, ossia sotto la stessa scrivania, con la differenza che quello lo svuotiamo tutte le settimane durante le pulizie della casa.
E che dire poi del cassetto dei cosiddetti medicinali? Che siano farmaci da banco, farmaci specifici prescritti dal medico in particolari stati di cagionevole salute, prodotti omeopatici o fitoterapici , hanno tutti una scadenza, perdinci!
Vogliamo parlare della dispensa ?
Quel pacchetto di farina che risulta ormai essere un prolifico allevamento di farfalline, quel  barattolo di conserva di cui non si legge più la data di scadenza, quel vasetto di Nutella che abbiamo smesso di mangiare quando abbiamo recuperato le nostre facoltà mentali e abbiamo capito che il nostro fegato non ne poteva più, i vasetti delle spezie che oramai fanno tutt'uno con il contenitore, e quella confezione di fette biscottate che non ci sono mai piaciute, ma che avevamo comprato perché qualcuno aveva detto che per la colazione erano perfette.
Per ultimo ma non meno importante, vogliamo considerare la cantina o sgombracasa o sottoscala che dir si voglia? Piccoli elettrodomestici che abbiamo sostituito con l'ultimo modello e che abbiamo conservato perché "se mai dovesse rompersi quello nuovo almeno avremo un sostituto" ( ma se ancora funzionava alla perfezione, perché abbiamo comprato il modello nuovo ?), scatole di scarpe con modelli che non indossiamo da almeno 4 stagioni, ma che non si sa mai, la moda è una grande dimostrazione della teoria dei corsi e dei ricorsi del resto, quel portalampada che ci segue da almeno 3 traslochi e che ogni volta abbiamo promesso a noi stessi di sistemare, perché ci ricorda tanto la nostra adolescenza e che starebbe proprio bene sul mobiletto in sala ad illuminare quell'angolo da lettura, ma che guarda caso continua ad avere il cavo elettrico da sostituire e trascorre la sua vita in sospeso da lungo tempo affogando nella polvere e umidità della nostra minuscola e sovraffollata cantina!

E questo solo per parlare di "materia", ossia di oggetti materiali.
Vorrei spendere due parole per la parte che ritengo essere più determinante però...

Quanti sono i ricordi che continuiamo a conservare nonostante siano profondamente dolorosi, i regali ricevuti da persone di cui vorremo non aver mai incrociato il cammino, le emozioni che ci turbano, condizionano, impediscono di affrontare la quotidianità , i rapporti con gli altri, le relazioni, una notte di sonno ristoratore, quanti i dubbi che ci attanagliano e continuiamo, nonostante questo, a conservare gelosamente solo per il timore di scoprire che sono falsi o figli di congetture malate e nipoti di elucubrazioni fini a se stesse?
Quanto tempo delle nostre giornate viviamo schiavi del nostro passato, delle nostre ferite, delle nostre paure e quanto tempo a raccontarcela, suonarcela, colorarcela, cantarcela fino a farla sembrare credibile, tollerabile, vivibile, per poi giungere un giorno a guardare il nostro volto allo specchio e scoprire che di noi è rimasto ben poco o nulla?
Camminiamo curvi su noi stessi come se portassimo sulle spalle tutto il peso del mondo, deambuliamo in questo mondo come zombie assorti in sguardi catatonici, visi inespressivi, o segnati da una tristezza che appare inconsolabile, terrore del domani malcelato e travestito da non credibile indifferenza. 
Quanto peso siamo disposti a trascinare, quanta inutilità siamo disposti a conservare, dietro quante giustificazioni siamo disposti a nascondere la nostra incapacità di affrontare il Cambiamento?
Restiamo attaccati a cose e persone come se questo potesse preservarci dal timore atavico che la nostra vita prima o poi finirà, che nulla permane eternamente e che il Cambiamento è solo una nuova splendida occasione di crescere e imparare e evolvere.

Allora perché aspettare? La primavera è vicina e con essa il cambio degli armadi, le pulizie a fondo e la possibilità di svuotare le nostre cantine. E perché no...potremmo anche approfittare per svuotare noi stessi di tutto ciò che oramai risulta essere totalmente inutile per la nostra vita e per il nostro Essere persone Nuove, Vive e Presenti.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...