mercoledì 17 ottobre 2012

ALLA CONQUISTA DEL MIO TEMPO

...quando si dice che la percezione del tempo è estremamente soggettiva, forse non ci si rende perfettamente conto di cosa significhi questa frase.
Il mio tempo ha ricominciato a scorrere con quel ritmo che tanto amo.
Una volta, la ricchezza di impegni, di pensieri relativi all'ottimizzazione delle situazioni mi portava spesso a vivere con disagio, seppur con masochistico piacere, intere giornate, al termine delle quali spesso amavo decantare quanto fossi stanca e stressata e quanto quella non fosse vita.
Poi il tempo si è fermato per tre ( a dire il vero quasi quattro ) lunghi anni; ed ecco che le mie giornate sono diventate vuote di impegni legati ad un lavoro che non avevo più, almeno non nella forma precedente, vuote di parole, che in fondo erano state spesso pronunciate più per riempire di suoni che non di significati, vuote di me, una me che ora percepiva il tempo come un lento convoglio di pensieri arrotolati su se stessi alla ricerca di soluzioni impossibili ad una  realtà complessa.

Ora come si dice spesso solo dopo aver attraversato quella porta, che io da un pò identifico in questa frase "la Porta...è la parte più lunga del Viaggio", si comprende quanto la verità stia sempre nel mezzo. L'essere umano è fatto così. O forse io sono fatta così.

Ho bisogno di attraversare gli estremi delle cose per comprenderne l'essenza.
Così, dal tempo vissuto come "mai abbastanza", sempre troppo stretto e infinitamente limitante, a quello troppo ampio, lento, imbarazzante per la mia sensazione del suo non scorrere affatto, sono giunta qui.

Oggi il mio tempo è intensamente cadenzato, ordinatamente non progettato, spazioso, fluido anche quando incontra colli di bottiglia, come acqua si plasma agli ostacoli che incontra, privo di resistenze e di mania di controllo, mai col fiato corto anche quando di fiato non ce n'è più.
Oggi il mio tempo pur nella sua intensità di impegni e progetti e sogni in corso d'opera, mi concede di alzare gli occhi al cielo e scoprirlo azzurro in una splendida giornata di fine ottobre, di alzarmi al suono della sveglia senza imprecare contro un nuovo giorno, di essere più presente a me stessa al punto di accorgermi sempre più spesso di essere esattamente dove voglio essere.

E ogni mattina quando mi guardo allo specchio con quegli occhietti piccoli ancora pieni di sonno, sorrido e dico : benvenuta Anna, benvenuta nel Tuo Tempo.

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