venerdì 2 dicembre 2011

VIVERE ALLA GIORNATA : QUAL E' IL VERO SIGNIFICATO ?



Qual è il vero significato di “vivere alla giornata”?
Ve lo siete mai chiesto?
Oggi mi sono fatta questa domanda a causa di una discussione con una persona cara.
Ciò che accade, dal mio punto di vista, è che spesso si confonde il vivere alla giornata con la mancanza di sogni, desideri o progetti per il futuro.
Io credo invece che vivere alla giornata significhi vivere senza l'ansia del futuro.
Ci sono persone che credono che vivere alla giornata sia improvvisare, non programmare, non prevedere.
Per questo motivo, rifiutano di fissare appuntamenti per il week end, piuttosto che programmare e prenotare in anticipo viaggi o vacanze. Non comprano abbonamenti per il teatro, non si iscrivono a corsi che richiedano impegni superiori ad un trimestre e la frase classica con cui rispondono a chi soffre, invece, del bisogno di controllo su ogni istante della propria vita è generalmente : “ma che ne sai come saranno le cose fra una settimana?”.
Ora fra le due strade come sempre è ovvio che la verità sta nel mezzo, ma.....
Il confine è veramente sottile.
Possiamo vivere alla giornata e cercare di non programmare ogni respiro. Certo. Ma questo non significa necessariamente non coltivare il proprio sogno.
Possiamo decidere all'ultimo momento se andare o no a teatro a quello spettacolo a cui tanto tenevamo, ma dobbiamo essere consapevoli che potremo non trovare il biglietto a disposizione, perché chi forse ci teneva un po' di più, ci ha pensato prima e l'ha acquistato in anticipo.
Possiamo decidere di partire senza meta per un week end lungo senza prenotare l'albergo si, ma almeno una minima idea di una direzione verso cui dirigere il muso della macchina dovremo pur averla.
Ho la netta impressione che spesso per coloro che intendono il vivere alla giornata in questa maniera, ciò che è alla base , sia un rifiuto totale e a priori di tutto ciò che rappresenta impegno.
Ora se applichiamo questo concetto ad uno spettacolo a teatro o ad un week end di relax, ci può stare l'improvvisazione, sempre ovviamente avendo la consapevolezza che il raggiungimento dell'obiettivo potrebbe non esser assicurato, ma anche con la possibilità che tutto si riveli stupefacente. Ma è proprio lì il problema : c'è un obiettivo ?
Ecco io credo che molti si trincerino dietro la frase “io vivo alla giornata” perché ciò consente loro di non avere dei grandi obiettivi. Avere obiettivi, sogni desideri o progetti richiede sforzo, impegno, volontà e tutto questo spesso è sinonimo di “fatica”.

Ora se applichiamo il concetto di vivere alla giornata a tutte le sfere della vita, compreso quello delle relazioni interpersonali, che siano rapporti d'amicizia, di lavoro o d'amore, credo che la cosa si complichi un po'.
Non è semplice avere accanto persone che, al tuo bisogno o, ancora meglio, al tuo desiderio di poter credere in un progetto, per quanto lontano, in un'ideale, per quanto utopistico, rispondono costantemente con la qualità di chi di progetti non ne vuole sapere, perché “non servono e perché nella vita che ne sai che sarà domani ?”. Nella mia discussione che ha fatto scaturire in me la domanda titolo del post, mi sono scontrata con l'atteggiamento di chi sembra non riconoscere la differenza che passa fra il lasciarsi vivere e il vivere per “qualcosa”.
Nonostante tutte le difficoltà che sto attraversando, il mio desiderio di alzarmi la mattina per l'obiettivo che ho sempre avuto nella mia vita, cioè renderla migliore, non è mai cambiato, non è mai mancato. Forse il mio più grande “difetto” è sempre stato essere un'idealista. Io non l'ho mai ritenuto tale, ma il mondo intorno a me non ha perso occasione per farmelo percepire così.

L'altro giorno mi è capitato di leggere questa frase : “L'utopia è come l'orizzonte: irraggiungibile, ma serve per continuare a camminare”
In questo momento non ricordo da chi fosse stata pronunciata, ma so che in quell'istante mi ha colpita.

La vita, il mondo intero grida a gran voce che tutto sta per cambiare. Solo uno stolto può non accorgersene.
E di sicuro coloro che sono abituati a “vivere alla giornata” si riterranno fortunati, perché già conoscono e applicano da sempre l'atteggiamento “giusto” nei momenti più incerti della vita.
Faranno spallucce e sorrideranno beffardi davanti ai disperati abituati ad avere sempre ogni cosa sotto controllo, al proprio posto, nel tempo giusto, nel luogo giusto e al momento giusto.
Ma credo che il rischio più grosso di quel vivere alla giornata, sia smettere di sognare, di fare progetti, di desiderare un tempo migliore, un destino migliore, per se stessi e per chi amiamo.
Credo che avere un sogno, un progetto, un desiderio nella vita, non significhi non saper vivere alla giornata. E credo che vivere alla giornata significhi semplicemente non vivere ogni istante con l'ansia del futuro.
Stabilire un obiettivo non significa necessariamente non poter più far altro che perseguirlo, bensì essere in grado di alternare momenti di impegno intenso a momenti in cui ci si deve rigenerare per riacquisire la giusta energia e ripartire verso la meta prefissata.
Non importa quanto tempo ci vorrà, né se mai ci arriveremo. Un po' come l'orizzonte irraggiungibile che nonostante sia laggiù, dove il cielo incontra il mare, noi continuiamo a camminare sperando un giorno di poterlo toccare con un dito.

Lorenzo dé Medici nella sua frase più famosa “quant'è bella giovinezza, che si fugge tutta via, chi vuol esser lieto sia del doman non v'è certezza” credo non volesse dire di non fare progetti per il futuro, bensì di saper vivere con gioia il presente mentre cammini verso il tuo obiettivo.

E per concludere sono fermamente convinta che “Solo chi ha un obiettivo da raggiungere ha davanti a sé una strada da percorrere”. E che l''importante durante il viaggio sia semplicemente, non dimenticarsi di guardare il panorama.


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