Qual
è il vero significato di “vivere alla
giornata”?
Ve
lo siete mai chiesto?
Oggi
mi sono fatta questa domanda a causa di una discussione con una
persona cara.
Ciò
che accade, dal mio punto di vista, è che spesso si confonde il
vivere alla giornata con la mancanza di
sogni, desideri o progetti per il futuro.
Io
credo invece che vivere alla giornata significhi
vivere senza l'ansia del futuro.
Ci
sono persone che credono che vivere alla giornata sia improvvisare,
non programmare, non prevedere.
Per
questo motivo, rifiutano di fissare appuntamenti per il week end,
piuttosto che programmare e prenotare in anticipo viaggi o vacanze.
Non comprano abbonamenti per il teatro, non si iscrivono a corsi che
richiedano impegni superiori ad un trimestre e la frase classica con
cui rispondono a chi soffre, invece, del bisogno di controllo su ogni
istante della propria vita è generalmente : “ma che ne sai come
saranno le cose fra una settimana?”.
Ora
fra le due strade come sempre è ovvio che la
verità sta nel mezzo, ma.....
Il
confine è veramente sottile.
Possiamo
vivere alla giornata e cercare di non programmare ogni respiro.
Certo. Ma questo non significa necessariamente non coltivare il
proprio sogno.
Possiamo
decidere all'ultimo momento se andare o no a teatro a quello
spettacolo a cui tanto tenevamo, ma dobbiamo essere consapevoli che
potremo non trovare il biglietto a disposizione, perché chi forse ci
teneva un po' di più, ci ha pensato prima e l'ha acquistato in
anticipo.
Possiamo
decidere di partire senza meta per un week end lungo senza prenotare
l'albergo si, ma almeno una minima idea di una direzione verso cui
dirigere il muso della macchina dovremo pur averla.
Ho
la netta impressione che spesso per coloro che intendono il vivere
alla giornata in questa maniera, ciò che è alla base , sia un
rifiuto totale e a priori di tutto ciò che rappresenta impegno.
Ora
se applichiamo questo concetto ad uno spettacolo a teatro o ad un
week end di relax, ci può stare l'improvvisazione, sempre ovviamente
avendo la consapevolezza che il raggiungimento
dell'obiettivo potrebbe non esser
assicurato, ma anche con la possibilità che tutto si riveli
stupefacente. Ma è proprio lì il problema : c'è un obiettivo
?
Ecco
io credo che molti si trincerino dietro la frase “io vivo alla
giornata” perché ciò consente loro di non avere dei grandi
obiettivi. Avere obiettivi, sogni desideri o progetti richiede
sforzo, impegno,
volontà e tutto questo spesso è sinonimo di “fatica”.
Ora
se applichiamo il concetto di vivere alla giornata a tutte le sfere
della vita, compreso quello delle relazioni interpersonali, che siano
rapporti d'amicizia, di lavoro o d'amore, credo che la cosa si
complichi un po'.
Non
è semplice avere accanto persone che, al tuo bisogno o, ancora
meglio, al tuo desiderio di poter credere in un progetto, per quanto
lontano, in un'ideale, per quanto utopistico, rispondono
costantemente con la qualità di chi di progetti non ne vuole sapere,
perché “non servono e perché nella vita che ne sai che sarà
domani ?”. Nella mia discussione che ha fatto scaturire in me la
domanda titolo del post, mi sono scontrata con l'atteggiamento di chi
sembra non riconoscere la differenza che passa fra il lasciarsi
vivere e il vivere per “qualcosa”.
Nonostante
tutte le difficoltà che sto attraversando, il mio desiderio di
alzarmi la mattina per l'obiettivo che ho sempre avuto nella mia
vita, cioè renderla migliore, non è mai cambiato, non è mai
mancato. Forse il mio più grande “difetto” è sempre stato
essere un'idealista. Io non l'ho
mai ritenuto tale, ma il mondo intorno a me non ha perso occasione
per farmelo percepire così.
L'altro
giorno mi è capitato di leggere questa frase : “L'utopia
è come l'orizzonte: irraggiungibile, ma serve per continuare a
camminare”
In
questo momento non ricordo da chi fosse stata pronunciata, ma so che
in quell'istante mi ha colpita.
La
vita, il mondo intero grida a gran voce che tutto sta per cambiare.
Solo uno stolto può non accorgersene.
E
di sicuro coloro che sono abituati a “vivere alla giornata” si
riterranno fortunati, perché già conoscono e applicano da sempre
l'atteggiamento “giusto” nei momenti più incerti della vita.
Faranno
spallucce e sorrideranno beffardi davanti ai disperati abituati ad
avere sempre ogni cosa sotto controllo, al proprio posto, nel tempo
giusto, nel luogo giusto e al momento giusto.
Ma
credo che il rischio più grosso di quel
vivere alla giornata, sia smettere di sognare, di fare progetti, di
desiderare un tempo migliore, un destino migliore, per se stessi e
per chi amiamo.
Credo
che avere un sogno, un progetto, un desiderio nella vita, non
significhi non saper vivere alla giornata. E credo che vivere alla
giornata significhi semplicemente non vivere ogni istante con l'ansia
del futuro.
Stabilire
un obiettivo non significa necessariamente non poter più far altro
che perseguirlo, bensì essere in grado di alternare momenti di
impegno intenso a momenti in cui ci si deve rigenerare per
riacquisire la giusta energia e ripartire verso la meta prefissata.
Non
importa quanto tempo ci vorrà, né se mai ci arriveremo. Un po' come
l'orizzonte irraggiungibile che nonostante sia laggiù, dove il cielo
incontra il mare, noi continuiamo a camminare sperando un giorno di
poterlo toccare con un dito.
Lorenzo
dé Medici nella sua frase più famosa “quant'è
bella giovinezza, che si fugge tutta via, chi vuol esser lieto sia
del doman non v'è certezza” credo non volesse dire di
non fare progetti per il futuro, bensì di saper vivere con gioia il
presente mentre cammini verso il tuo obiettivo.
E
per concludere sono fermamente convinta che “Solo
chi ha un obiettivo da raggiungere ha davanti a sé una strada da
percorrere”. E che l''importante durante il viaggio sia
semplicemente, non dimenticarsi di guardare il panorama.
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